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SOGGIORNO IN VALSESIA MONTE ROSA
LUGLIO 2025
Monte Rosa detto anche Alpi del Monte Rosa o Massiccio del Monte Rosa, (in lingua walser, Gletscher) è, per estensione e importanza, il secondo gruppo montuoso delle Alpi ed il più alto della Svizzera. Si trova nelle Alpi Pennine e si estende su territorio italiano e svizzero.
Il suo nome, contrariamente a quanto si possa pensare, non deriva dallo splendido color rosa di cui si tingono le cime all'alba e al tramonto, ma dalla parola "rouja" che in patois (dialetto francofono parlato in Valle d'Aosta) significa ghiacciaio. Il "grande ghiacciaio" in passato era anche noto come "Monboso" come testimonia Leonardo da Vinci in un suo scritto. La Punta Dufour, con i suoi 4.634 metri, è la vetta più alta del massiccio e fu conquistata solo il 1º agosto 1855. Già nel passato gli alti valichi del massiccio furono percorsi dalle popolazioni Walser che nel XIII secolo transitarono per il Colle del Lys per migrare dal Vallese alla Valle del Lys dove crearono i propri insediamenti dando vita ad una nuova comunità che negli anni successivi avrebbe interessato tutte le valli situate intorno al Monte Rosa inclusa la Valsesia.
Alagna Valsesia dove soggiorneremo è come un libro illustrato. Camminando fra le vie e le frazioni se ne sfogliano le pagine. Ogni angolo racconta un pezzo della sua storia centenaria: le case in architettura Walser, con i loro giochi di pieni e vuoti, sono la copertina del libro ma c’è molto di più.
La piccola finestra dell’anima cela l’intenso rapporto con la morte, la pietra bianca posta sul tetto il timore del “non conosciuto”, i forni, le fontane, i mulini, l’organizzazione del lavoro disegnano una società del comune, della condivisione e testimoniano una cultura del saper fare. La storia e la morfologia del territorio di Alagna ne fanno un luogo di grande interesse, che offre numerose possibilità a escursionisti, alpinisti e visitatori di passaggio.
L’equilibrata armonia fra antropizzazione alpina e territorio è evidente già a un primo sguardo e il recupero ambientale in atto in anni recenti, sta specializzando progressivamente Alagna come paese di montagna, fiero della propria origine e tradizione.
Riva Valdobbia era anticamente unita ad Alagna nella comunità detta delle “Pietre Gemelle”. Si trova sulla riva orografica destra del fiume Sesia. Le aggraziate frazioni conservano tutto il fascino della vita montana legata al sistema degli alpeggi e circondano il centro abitato principale.
A differenza di Alagna, fondata dai Walser, Riva Valdobbia è valsesiana: costituiva una delle ultime zone abitate da popolazioni autoctone, solitamente insediate sotto i 1.200 m di quota. Durante le fasi di colonizzazione Walser (XIII sec.) l’antico borgo di Riva iniziò ad espandersi risalendo verso la Val Vogna fino ad incontrare i Walser provenienti da Gressoney. Storia e cultura del territorio sono, quindi, il prodotto di una progressiva fusione di culture.
Il mulino di Mollia, costruzione originale del 1600, è una vera e propria fabbrica polivalente, che riunisce in una sola struttura diverse attività: fucina, mulino, forno, falegnameria e ricovero per le granaglie. Nacque come opificio, che utilizzava l’energia idraulica e oggi mostra al piano terra l’antica fucina, dove erano prodotti chiodi, lucerne, tagliole, serrature, zappe e scacciapensieri (all’interno si visitano gli ingranaggi che muovono sia le macine in pietra del mulino, che il maglio per la lavorazione del ferro) e al primo piano le macine per i cereali, con le grandi ruote in pietra del peso di circa 150 kg. Nella stesso complesso si visitano il forno per la cottura del pane, il granaio e una cameretta utilizzata dal fabbro-mugnaio
casa belli, Casa Belli è nota nella media Val Grande, oltre che per l’aspetto di edificio tipico valsesiano del Settecento, anche per aver ospitato generazioni di alunni della scuola elementare e di disegno fondate dal benefattore Pietro Giacomo Belli all’inizio del secolo scorso.
Casa Belli è l’edificio più interessante dal punto di vista storico ed estetico. Si trova in frazione Casacce, raggiungibile seguendo la strada in direzione Alagna.
Fu edificata entro il 1786 e conserva ancora, al suo interno, gli infissi originari e la scansione dei locali, alcuni finemente decorati: la cantina, la cucina con un grande camino in pietra, il soggiorno, lo studiolo, le camere da letto, il granaio mansardato e scandito dalla lobbia, oltre ad un ampio cortile interno comunicante con altri vani.
Il Sacro Monte di Varallo rappresenta l'esempio più antico e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti nell'area alpina lombardo-piemontese e inseriti dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità nel 2003. Si compone di una basilica, che costituisce la stazione finale di un percorso che si snoda tra vie e piazzette, e quarantaquattro cappelle affrescate e popolate da circa ottocento statue (terracotta policroma o legno) a grandezza naturale. È situato nel comune di Varallo (VC), in Valsesia.






- Tassa di soggiorno, mance ed extra personali
- Tutto quanto non indicato nella quota comprende
Informazioni utili
- La sistemazione si intende in camera doppia
- Sarà possibile partire su richiesta di almeno 2 partecipanti anche all'uscita dei caselli autostradali da Riccione a Bologna